Lo ammetto, questo è un titolo un po’ ambiguo. Se siete attenti, vi sarete almeno posti il dubbio se stavamo per parlare delle idee che balzano in testa, ma non sappiamo da dove.
Bravi! … ma questa volta non è così. Qui vorrei rendere il giusto omaggio a uomini di grande rilievo, che hanno in vari modi affrontato il tema che noi qui ci sforziamo di illustrare, prima di noi e sotto altri punti di vista.
Sto parlando, in primis, dello scrittore e giornalista russo Piotr Demianovich Ouspenski, allievo e poi collaboratore del grande ricercatore e insegnante George Ivanovitch Gourdjeff, e del loro allievo, lo psicologo e scrittore Maurice Nicoll.
Gourdjeff, a sua volta, menzionava che questi insegnamenti provenivano dall’Oriente, ma non erano stati divulgati prima, poiché erano un patrimonio custodito segretamente dai Sufi Musulmani e di altre scuole esoteriche di varie religioni.
L’ampiezza dei suoi insegnamenti, resi noti da vari suoi allievi e poi collaboratori e colleghi, va molto al di là del tema della consapevolezza, e consiglio senz’altro di andare a cercare gli scritti nati da questo gruppo di pionieri della “Quarta Via”, come loro chiamavano una strada di sviluppo interiore dell´uomo.
Mentre troviamo ancora scuole ispirate alla totalità del “Sistema” di Gourdjeff, ci sono stati vari ricercatori che hanno preso a cuore lo studio e la divulgazione solo alcuni concetti che troviamo sia in tale scuola che in altre tradizioni, come il Buddhismo.
Si tratta di un argomento basilare, che è quello così caro anche a noi, ossia la presenza nell’istante, per conoscere sé stesso.
Un instancabile sostenitore della “presenza” e del “non giudicare” è Jiddu Krishnamurti, illustre membro della Società Teosofica di origine indiana, ma vissuto molto tempo nell’occidente, nel secolo scorso.
Un’elaborazione propria del tema la dà il nostro contemporaneo scrittore e ricercatore Eckart Tolle, di origine tedesca ma che vive in Canada, che oggigiorno è probabilmente uno dei due più influenti divulgatori della questione del “qui ed ora”.
L’altro illustre testimone ed insegnamento sulla consapevolezza nell’istante, è senz’altro il monaco ed insegnante vietnamita ThIch Nhat Hanh, che ha fondato una comunità in Francia e scritto molti libri per chi vuole approfondirne lo studio e la pratica.
Oggigiorno in Italia sono disponibili varie scuole riconducibili all’idea della consapevolezza, sia come gruppi o autori che direttamente citano la “Quarta via”, e ne sviluppano i temi, come Salvatore Brizzi, sia la cosiddetta scuola della “mindfulness”, una maniera inglese di dire presenza mentale.
Conosco altri scrittori che hanno ripreso e scritto su questi argomenti, ma non li citerò qui perché la loro maniera di procedere, irrispettosa della legge e degli altri autori, suggerisce di non citarli come esempio.
Ma con tutte queste fonti, c’era bisogno di un altro che si mettesse a parlare del tema?
Per me era un’esigenza personale farlo, per motivi che magari toccherò in un’altra occasione.
Quello che scrivo qui è il frutto della applicazione pratica su me stesso degli insegnamenti ricevuti da questi ed altri autori, che qui pubblicamente ringrazio, per avermi donato un tesoro inestimabile.
Essendo un lavoro applicato ad una persona specifica e poi espresso da me in maniera personale, quello che vi racconto qui conterrà qualche osservazione originale o un’espressione alternativa per uno stesso concetto, che potrebbe fare la differenza per qualcuno, fargli scattare quel “clic” della comprensione. In questo caso sarà valsa la pena di farlo.
Inoltre, questi insegnamenti non sono tutti disponibili o ben tradotti in italiano, e poi, nel caso per esempio della Quarta Via, sono immersi in una grande quantità di altri temi, e si rischia di non trovarli e di stancarsi prima.
L’argomento è talmente importante, che merita senz’altro un tentativo.