Mens sana, ma dove?

Guardando la cosa da fuori, uno potrebbe dire che, un bel giorno, Alberto e Daniela incontrarono su Internet il sito della scuola Igienista, e vollero applicarne gli insegnamenti su sé stessi. Mettiamola così, per adesso, poi la rivedremo.

Dalla fine del 2016 abbiamo voluto provare su di noi che cosa significhi un digiuno autogestito, ed un cambio di dieta secondo l’esperienza vissuta ed esposta con coraggio da un piccolo gruppo di spiriti indipendenti, che si chiamano Scuola di Igiene Naturale, rifacendosi ad insegnamenti millenari, di grandi saggi, filosofi e medici di tutta la storia.

Uno dei membri della Scuola, il Dottor Valdo Vaccaro, ha reso disponibile pubblicamente un vero e proprio tesoro di insegnamenti, testimonianze e consigli, sotto forma di libri e di un crescente archivio online di articoli, o tesine.

Una volta esposti a queste idee, le abbiamo riconosciute immediatamente come benefiche, come se fossero sempre state anche nostre, seppure a lungo dimenticate, ed in famiglia abbiamo tratto numerosi tangibili benefici da questi insegnamenti, nella salute fisica e non solamente in quella.

Da una parte, tutto quel che viene da questa Scuola è per noi così chiaramente vero ed utile, che verrebbe da domandarsi come mai tutti non ne siano già studenti e praticanti.

Ed ecco che, una volta in più, dobbiamo osservare come gli effetti del condizionamento esterno rendano difficile avvicinarsi ad una linea di pensiero in conflitto con la cultura dominante.

Nella cultura prevalente sta infatti quella menzogna generale per cui la società sarebbe nostra madre premurosa, da cui discenderebbe che il sistema medico lotti per la nostra salute, la pubblicità televisiva ci martelli per il nostro interesse, i giornalisti scrivano a difesa della società ed i politici urlino la verità e vogliano il nostro benessere.

Gli autori della scuola Igienista, con logica limpida, ci mostrano la realtà da un punto di vista assai diverso, per cui l’uomo moderno, programmato dal sistema sopra descritto, passa la vita ad intossicarsi con i cibi malsani inseriti a martellate nel cervello dalla pubblicità e dagli scienziati televisivi, con le sigarette (che negli anni ’60 i medici reclamizzavano apertamente) e, aggiungerei qui io, con le contraddizioni insanabili di una psiche che non controlla. Quando il corpo corre ai ripari e genera la cosiddetta malattia, quest’uomo o donna corrono fiduciosi a farsi avvelenare ulteriormente con trattamenti medici vari, mentre lo stato paga il conto salatissimo all’industria del farmaco.

Se non ci fosse, fuori e dentro di noi, tanto inganno, egli avrebbe invece saputo che poteva ripulire il suo organismo (ed anche la mente) con una dieta e con pratiche opportune.

La mente pulita cerca un corpo pulito e viceversa; nel nostro percorso di ricerca siamo arrivati al punto oltre il quale non si procede senza un organismo disintossicato: la fase seguente della nostra vita ha bisogno di una bella pulizia che ci renda lo slancio, e dopo anni dietro a naturopati poco convincenti, qui la coscienza ci ha condotti dritti a conoscere l’igienismo, ed i suoi insegnamenti così difficili da confutare.

Il legame corpo-mente qui ha funzionato in modo sinergico, perché la nostra mente, ormai abituata a questionare la realtà circostante ed i suoi “valori” ci ha fatto “casualmente” incontrare una straordinaria maniera di donare benessere all’organismo, il quale in cambio, rinvigorito dalla pulizia, ha donato alla mente una nuova lucidità.

Spesso il ponte verso una sana maniera di vivere è una crisi, di salute o di altra natura. La dolorosa “chiamata” ci obbliga ad uscire dal binario, e se interiormente abbiamo le risorse per abbracciare il nuovo, lo sconosciuto, in maniera costruttiva, possiamo star sicuri che dall’altra parte del ponte ci sia un premio ad aspettarci.

Abbiamo dunque intrapreso un digiuno di alcuni giorni, ad acqua, ed aria. In un contesto di riposo. Via anche gli integratori! Facciamola bene, ‘sta cosa.

Immaginavamo che il corpo avrebbe fatto le bizze per interromperlo, con sintomi sgradevoli e una fame incontenibile e invece no: una serenità e calma dal sapore insolito hanno accompagnato quei giorni, come se si trattasse di un processo iniziatico vissuto nel deserto.

E poi i nostri corpi hanno cominciato ad uscire dallo stato di costante soffocamento in cui li avevamo tenuti, e a ciascuno è venuta una crisi depurativa più o meno vistosa. Antichi accumuli e masse hanno cominciato a sciogliersi ed uscire, la febbre arrivava puntuale ogni notte, con sudori, e così via per un lungo mese di “sauna spontanea”. Ed abbiamo salutato o visto diminuire molti problemi di salute che non sospettavamo nemmeno sarebbero stati toccati.

L’effetto del digiuno è anche mentale. Ne do un esempio così: prima di farlo, l’idea di rinunciare a mangiare certi piatti succulenti mi pareva intollerabile, mentre dopo averlo fatto, la stessa cosa mi sembra naturale e quasi inevitabile. Si potrebbero postulare vari meccanismi dietro al fenomeno, come che le incrostazioni dentro all’organismo influiscono sulla nostra cosiddetta “volontà”, allo scopo di rinforzarsi e perpetuarsi, ma quando il nostro sistema immunitario se le scrolla di dosso, anche la sfera dei nostri desideri risulta liberata. Come quelle formiche che attaccate da un fungo, diventano degli automi, che agiscono poi contro la propria sopravvivenza, in modo tale da fare riprodurre il fungo: si direbbe che l’uomo non solo ¨è quello che mangia¨, ma del suo cibo obbedisce anche agli ordini.

Dunque osserviamo il paradosso che finché siamo intossicati, è difficile anche solo contemplare l’idea dell’igienismo. Ci avvicineremo ad esso solo se siamo costretti da sintomi intollerabili, ed al contempo la nostra mente è già parzialmente sgombra dai dogmi “interessati” della società circostante. Ma quando il percorso di disintossicazione incomincia, l’igienismo appare una ovvia ed inevitabile scelta di vita.

Uomini con un elevato livello di consapevolezza, o potremmo dire, con una frequenza elevata di vibrazione, andranno spontaneamente verso le pratiche che li faranno diventare ancora migliori. Non stupiamoci allora del fatto che Gandhi digiunasse spesso e mangiasse in modo molto austero.

Eccoci al dunque: dovremmo avere risvegliato in una certa misura la Coscienza (un’impresa), e magari avere qualche problema di salute (questa è la parte facile!) per arrivare a fare il salto ed innescare un circolo virtuoso in cui la mente ed il corpo si aiutano a vicenda a purificare il nostro essere.

Ci pare dunque chiaro che i precetti della Scuola medica Igienista (o della Pitagorica) facciano centro.

Se in generale tali precetti sono ampiamente spiegati ed esemplificati, come per quanto riguarda la dieta o sane abitudini ¨esteriori¨, come il camminare all`aria aperta, vi sono altri buoni consigli di tipo ¨interiore¨ che ciascuno deve trovare la maniera di applicare, come l’invito a “vivere serenamente e senza stress¨ o ¨mantenere una relazione armoniosa con noi stessi e con gli altri”.

Su questi argomenti siamo contenti di portare il nostro contributo, di persona o attraverso il nostro sito qui presente, e metterlo al servizio di tutti.

La pulizia della mente, sappiamo, non è solo il liberarsi dai condizionamenti che ci asserviscono a certe idee di origine sociale: i più pericolosi dei nostri pensieri riguardano la errata e pomposa idea che abbiamo di noi stessi, le colpe che attribuiamo agli altri,  il cullarsi in pensieri tetri, e così via.

Liberarsi da queste zavorre non è semplicemente qualcosa “detto fatto”. Per la maggior parte di noi, la cosa non avviene e non può avvenire senza una classe di sforzi che non fanno parte della vita ordinaria. Per esempio: come faccio a “non pensare” a quella cosa che mi stressa? Come posso lasciare andare i sensi di colpa, il risentimento, l’invidia?

Esiste un lavoro interiore che porta in quella direzione, ed è l’argomento del quale ci occupiamo nel nostro sito.

Una igiene mentale è tanto necessaria come quella fisica, ed anch’essa ha i suoi strumenti e metodi, a partire dalla presenza di sé, il pilastro di tutta la nostra liberazione, largamente ignorato e trascurato dalla maggior parte delle scuole psicologiche ufficiali e alternative.

Tutti ci accorgiamo, al mattino, che ci siamo svegliati, ma nessuno si accorge del momento in cui addormenta: il fatto che, ad un certo punto, ci dobbiamo essere addormentati, è una cosa che deduciamo a posteriori, perché di nuovo ci sentiamo svegli, ma il momento in cui è successa la transizione veglia-sonno non lo cogliamo mai.

Lo stesso fenomeno accade durante la giornata, se tentiamo intensamente di essere presenti a noi stessi: avremo dei rari momenti di “eccomi, sono qui!”, nei quali, magari un po’ amaramente, capiamo a posteriori che dopo l’ultimo “eccomi!” ci eravamo di nuovo “addormentati”, e siamo rimasti assenti per ore ed ore, agendo in modo meccanico.
Ma alla “caduta” nel sonno, che più propriamente chiameremo stato di “identificazione” (con le impressioni dal mondo) non eravamo presenti: non c’era, per così dire, più nessuno per notarla.

Quando “non siamo in casa”, però, chi risponde per noi agli stimoli della vita? Chi sceglie i nostri pensieri? Chi decide che cosa diciamo?

Qualcosa lo fa, ma a ben vedere, non siamo veramente noi.

L’igiene mentale a cui ci riferiamo qui, è appunto la scoperta di questo “qualcosa”, e la riconquista del nostro tempo e della nostra vita, riprendendoli indietro da una presenza che usurpa il nostro posto.

A coloro che han voglia di esplorare l’argomento, e magari parlarne assieme, diamo il nostro benvenuto!