Uno dei valori dell’artista è che fa un ritratto di qualcosa che poi possiamo riconoscere dentro di noi: ci regala, per così dire, una categoria nuova, alla quale possiamo ricorrere dopo per evocare in chiunque immagini, carattere, atteggiamenti, con una semplice parola. Chi non vede formarsi un’immagine forte e vivace se menzioniamo “Ulisse”, “Il Capitano Nemo”, o “Re Artù” ?
Fra le creazioni dela letteratura vi sono anche quelle che mostrano quanto la nostra mancanza di coscienza puó trasformarci in degli automi.
Cosí Thomas Mann ne “La montagna incantata”:
“Una donna passeggiava in quel momento nei viali del giardino,una signora piuttosto anziana,d’aspetto tetro,anzi tragico.vestiva completamente di nero,con un velo nero attorto intorno ai capelli grigi ed arruffati; si aggirava senza posa,con fretta regolare a ginocchia piegate e braccia rigide pendenti in avanti,la fronte solcata da rughe,fissando il vuoto con gli occhi neri come il carbone ,sotto cui pendevano gonfie le palpebre inferiori.Il suo volto invecchiato,d’un pallore meridionale,dalla grande bocca esangue che una piega amara torceva da un lato ricordo’ a Giovanni Castorp il ritratto di una celebre attrice tragica che una volta gli era capitato sott’occhio. Ed era sconcertante vedere come la pallida donna in gramaglie,evidentemente senza saperlo,adattasse i suoi passi al tempo della musica che echeggiava su dalla collina.Castorp guardava pensieroso la donna commiserandola e gli pareva che la sua triste ombra oscurasse il sole mattutino.
Chi e’ quella signora in nero laggiu’ nel giardino?
Gioachino immagino’ subito a chi volesse alludere Giovanni.
Ah quella e’ tous les deux,disse.Viene chiamata cosi’ quassu’,perche’ queste sono le uniche parole che escono dalla sua bocca. E’ una messicana,non sa una parola di tedesco e quasi neppure una di francese.
E’ qui da cinque settimane, presso il figliolo maggiore, un caso completamente disperato che ora si risolverà’ presto (ce l’ha dappertutto, ne e’ completamente avvelenato e, la malattia assomiglia da ultimo quasi al tifo, dice Behrens).
E’ una cosa orribile d’altronde per tutti gli interessati.
Quindici giorni fa,venne su il secondo figlio perche’ voleva vedere il fratello (un bellissimo ragazzo,come l’altro del resto,con due occhi ardenti che hanno messo in subbuglio tutte le signore). Ebbene,il minore aveva avuto,e’ vero,anche laggiu’ un po’ di tosserella, ma si sentiva bene in complesso. Appena giunto qui,ecco che gli vien la febbre,ma almeno a 39,5,capisci?
Si mette a letto e Behrens dice che se se la cavera’ gli e’ perche’ ha piu’ fortuna che buon senso. Certo era ora che venisse quassu’….da quel giorno la madre si aggira intorno nel modo che hai visto e non fa che dire:tous les deux, poiche’ non sa dir altro,e poi, per il momento, non c’ e’ nessuno che capisca lo spagnolo.
Ah,così? Esclamò Giovanni Castorp, che lo dica anche a me se mi capitera’ di conoscerla?
Molti di noi conoscono una persona, cosí, che vive con la bocca torta, o qualche altra smorfia che le trasforma il viso in una maschera.
Non sempre è cosí evidente, ma questa è la caratteristica delle “persone”, come ci definiamo di solito, ma che una volta erano peró I “personaggi” sulla scena, talmente fissi e ripetitivi nelle loro risibili piccolezze e manie da essere perfettamente riassumibili in una maschera di terracotta, seccata una volta per tutte, e che non cambia mai.
La nostra personalità, si insegna in alcune scuole esoteriche, é un piccolo repertorio di maschere (di solito molto limitato), le quali pronunciano ciascuna le sue battute preferite, in maniera cosí ripetitiva che la gente che ci conosce (solitamente meglio di noi stessi) può spesso prevedere quello che siamo per dire.
Quelle stanche battute, cosí come le posture, sono espressione dei nostri parassiti, che vivono la loro vita circolare attraverso di noi, rubandoci però, ad ogni apparizione in scena, un’opportunità di essere, cioè di vivere un istante in uno stato di coscienza più elevato.
Solo chi é libero dai parassiti psicologici é imprevedibile, poiché nessuna meccanicità può inscatolare la sua capacità di fare, in ogni istante, la scelta migliore per sé. Chi dorme, invece, fa sempre la scelta obbligata dal suo passato.
Da un ponto di vista della psicologia ufficiale, ho sentito una descrizione altrettanto chiara: “il nevrotico non ricorda, ripete”.
É poi per questo che un cartomante o un sensitivo può in una certa misura leggere il passato ed il future delle “persone”: perché quello é cristallizzato. Mai potrà leggere qualcosa di un “uomo” (vero) poiché della sua vita nulla é scritto che sia visibile a queste indagini. Un evento fuori dalla meccanicità può provenire solo dal territorio della coscienza, ci spiega P.D. Ouspensky.