… e se il piccolo miracolo del risveglio non ci fosse stato?
Quei pensieri che “si pensavano” nella mia mente, avrebbero lasciato il posto, non visti, ai successivi, lasciando una traccia molto sfumata, o addirittura nessuna traccia nella mia consapevolezza.
Cosa voglio dire?
Che se un minuto dopo qualcuno mi avesse chiesto:
“a che cosa pensavi un minuto fa, con quello sguardo un po’ assente?”
Non avrei saputo rispondere!
Allora non fanno nessun effetto questi passaggi “furtivi”?
Tutt’altro: pensieri come questi, lavorano nella nostra interiorità, andando ad aggravare, con ogni loro “performance” sul nostro palcoscenico interiore, certi tratti della nostra personalità.
Ogni apparizione del pensiero citato nella prima parte, per esempio, andrebbe a scavare solchi via via più profondi fra me ed il mio collega, sicché la mia antipatia nei suoi confronti non solo non può dissiparsi, ma invece cresce in silenzio, ed anche se io e lui non ci vediamo a lungo, magari dieci anni dopo, quando lo incontro, mi accorgo che lo detesto con tutte le forze.
In questo modo, i nostri odi, antipatie, gelosie, rimorsi, risentimenti, con il tempo non possono svanire “da soli”, perché vivono dentro di noi una vita autonoma, e si nutrono delle nostre energie, in generale, a nostra insaputa, con ogni visita che fanno nella nostra mente, probabilmente evocati da qualche associazione suggerita da stimoli che riceviamo dall’esterno.
E che cosa ci permette di scoprire la loro visita se non eravamo presenti in quel momento?
Sono indizi, come un’umore che non capiamo da dove venga, o una strana postura che ha assunto il nostro corpo, o un’improvviso alzarsi ed andare a fare qualcosa che non era previsto.
La verità è che la nostra vita, guardandola da fuori per un momento, in gran parte è fatta di questo:
azioni e parole (cioè effetti visibili) di pensieri ed emozioni incoscienti.
Questo siamo noi, dunque non c’è da stupirsi se viviamo in mezzo a tante contraddizioni e stranezze, e noi stessi non riusciamo a capirci.